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Appunti su un'esecuzione di Danya Kukafka

  • Writer: Aurora Monteforte
    Aurora Monteforte
  • Jan 7
  • 4 min read
libro viola con immagine di un ciondolo su letto di foglie e scritte

Ciao a tutti!

Le feste sono finite ma, a quanto pare, non si sono portate via la mia voglia di leggere e, nonostante sia solo il 07/01/2025 ho già in arretrato 2 recensioni (questa che sto scrivendo e la prossima che pubblicherò in settimana!); ho preso a cuore la challenge che mi sono ripromessa su Goodreads (100 libri in un anno) e la sto portando avanti con cura!


(A proposito! Chi ha Goodreads mi può trovare QUI!)


Torniamo a noi!


Oggi vorrei parlarvi del secondo romanzo che mi ha consigliato il libraio della Giunti del Centro Commerciale Primavera (di cui vi accennavo nella precedente recensione), ovvero “Appunti su un’esecuzione” di Danya Kukafka, edito in Italia da Bompiani.


Come per il precedente articolo, anche qui non seguirò uno schema preciso per la recensione perché, come già accennato, ci sono libri che non possono essere valutati solo con occhi critici.


Comunque, andiamo con ordine!


Un breve excursus sulla trama: “Appunti su un’esecuzione” alterna presente, dove viene narrato il conto alla rovescia nel braccio della morte di Ansel Packer, accusato di aver ucciso e occultato i cadaveri di alcune donne, e flashback delle persone che hanno fatto parte della sua vita. In un continuo alternarsi di punti di vista si scoprono tutti i retroscena che hanno condotto il protagonista sul tavolo per l’iniezione letale.


Non posso entrare più nel dettaglio della trama perché trovo che qualsiasi informazione in più che fornisco sia un togliere qualcosa alla lettura del romanzo.


Aurora, ti è piaciuto il romanzo?

Sì, mi è piaciuto, ma, ancora di più, mi è entrato dentro.


Seppure parli della storia di questo serial killer, alternando la voce dell’assassino a quelle delle persone che hanno fatto parte – volontariamente o meno – della sua vita, “Appunti su un’esecuzione” è un romanzo che parla di scelte e possibilità.

La vera domanda che ci si pone non è perché Ansel abbia fatto ciò che ha fatto (la risposta a questo interrogativo è “abbastanza semplice” una volta che si sono letti i flashback e i pensieri stessi del serial killer) ma, se si fosse presa anche solo una decisione diversa, una strada differente, quello che è successo, sarebbe accaduto lo stesso?


Un po’ come la teoria dei mondi paralleli che tanto ci piace immaginare, qualora la madre di Ansel – vessata e picchiata dal compagno – avesse deciso di denunciarlo ma, invece di scappare abbandonando i suoi figli, fosse tornata da loro, il ragazzino sarebbe cresciuto con lo stesso bisogno di affetto o con lo stesso odio per gli scherni, o con la stessa paura dell’abbandono?


Questo è solo uno dei grandi “Se” che si aprono nella narrazione, di cui il romanzo ne è pieno, tanto che a un certo punto, durante la lettura, inizi a riflettere tu stesso su quante cose sarebbero potute andare diversamente e sulle mille possibilità che si avevano, che tutti avevano, e che probabilmente avrebbe condotto il finale non con la morte di un uomo, ma (forse) con una vita felice e ricca d’amore. O forse no? Forse, anche con tutte le scelte giuste, Ansel si sarebbe ritrovato lo stesso nel braccio della morte.

Non lo so, quel che è certo è che il fatalismo che permea il romanzo è tanto forte e ti fa riflettere su tutte le scelte, anche le tue, quelle giuste, quelle incerte e quelle indubbiamente sbagliate.


La narrazione – scorrevole e di facile lettura – alterna la seconda persona nei momenti presenti, perciò il conto alla rovescia fino al patibolo, una scelta che induce il lettore a immedesimarsi nel killer, forse per farti empatizzare con lui, forse per tutto l’opposto, e i flashback in terza persona dai punti di vista dei protagonisti del salto nel passato.


Se “Notte Americana” mi ha intrappolate in un indagine al cardio palma, una sensazione bruciante di curiosità, forse anche un po’ morbosa, “Appunti su un’esecuzione” è una disamina fredda, glaciale, di quello che le scelte, le decisioni prese nella propria vita possano influire sul tuo futuro ma, soprattutto, sul futuro di chi ti circonda, perché niente resta chiuso, tutto è mutamento e il famoso “Effetto Farfalla” non si limita a essere solo una locuzione fisico-matematica che prevede l’idea per cui anche piccole variazioni nelle condizioni iniziali di un sistema, producono grandi variazioni nel suo comportamento a lungo termine.


Una sensazione molto simile di fatalismo l’ho provata diversi anni fa quando ho letto “Lo straniero” di Albert Camus.

Se avete bisogno di un romanzo, in questo caso un thriller, che vi apra quesiti sulle possibilità della vita, sull’importanza delle decisioni, sul fatalismo dell’esistenza, leggete “Appunti su un’esecuzione”.

Non ve ne pentirete!

Alla prossima recensione!

Aurora

 
Copertina viola con ciondolo antico e scritte

Titolo: "Appunti su un'esecuzione";

Autore: Danya Kukafka;

Editore: Bompiani;

Costo edizione cartacea: 20,00€;

Costo edizione ebook: 9,99€;

Trama: Ansel Packer è nel braccio della morte: ha davanti a sé dodici ore prima di essere giustiziato. Ha ucciso tre ragazze e non c’è possibilità di grazia. Solo una speranza: la complicità di Shawna, guardia carceraria avvinta dal suo fascino equivoco e disposta a farlo fuggire. Mentre il conto alla rovescia incombe, la voce seducente e ossessiva di Ansel si alterna a quelle delle donne più importanti della sua vita: Lavender, la madre, schiacciata da una relazione violenta che ha abbandonato senza pensare alle conseguenze; Saffy, la detective della Omicidi che con intuito e pazienza ha riconosciuto l’assassino, l’ha braccato, l’ha catturato; e Hazel, che ha visto la gemella consumarsi in una passione malata. Sorretto da un ritmo tesissimo, animato da personaggi densi di luce, questo romanzo è anche un’indagine sul tetro, ambiguo mito del serial killer.

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