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Buon 2025!

  • Writer: Aurora Monteforte
    Aurora Monteforte
  • Dec 31, 2024
  • 4 min read
immagine blu con effetti di luce e scritte con buon anno

Ciao a tutti e bentrovati nel mio recap di fine anno – ormai un’abitudine consolidata – un po’ per chiacchierare con voi, un po’ per chiacchierare con la me stessa dell’anno prima e con la me stessa dell’anno prossimo.


Se il 2023 è stato l’anno della perdita, del dolore, il 2024 è stato un anno fatto di conquiste e di successi.

L’anno scorso mi ero ripromessa di prendermi cura di me, di prendermi il mio tempo, di realizzare almeno qualcuno dei miei sogni, insomma di affondare le mani nella mia vita e sentirla, viverla, senza lasciarla fuggire via e, a sorpresa, sono riuscita nel mio intento.

Vedete, spesso le nostre aspettative ci fanno vivere male il tempo che scorre, come se il nostro spessore, le nostre capacità, fossero misurabili con gli obiettivi raggiunti, con le cose fatte.

Ho capito che la felicità in realtà è fatta di momenti, anche piccoli, ma che ti consentono di provare emozioni così totalizzanti che sbaragliano tutti i momenti difficili.

Allora, questo 2024 ho iniziato a guarire le mie ferite, ho iniziato a guarire il mio corpo e la mia anima, e ho conosciuto dei momenti di talmente tanta meraviglia e intensità che tutti i sacrifici, tutte le lacrime versate, tutto il sudore, ne sono valsi la pena.

C’è una frase di Josè Saramago che mi ha accompagnato tutto l’anno:

“A volte ci domandiamo perché la felicità abbia tardato ad arrivare, perché non sia venuta prima, ma se ci spunta davanti all'improvviso, come in questo caso, quando ormai non l'aspettavamo, allora è molto probabile che non sappiamo cosa farcene, e non è tanto questione di scelta fra il ridere e il piangere, è la segreta angoscia di pensare che forse non riusciamo ad esserne all'altezza.”

Ho trovato tanta verità in queste parole.

Siamo talmente presi dall’essere infelici, dall’aspettarsi solo il dolore e i guai che, quando arrivano le gioie, quando arrivano i momenti belli, spesso non riusciamo neanche ad accorgercene, come se non ce le meritassimo.

Devo essere sincera, mi sono stanca di questa miserabile verità e mi sono stancata di non sentirmi degna di essere felice; perciò, ho deciso di aprirmi a qualsiasi evento, cercando di trovarne il bene, e se proprio non c’è, lo cerco in altri momenti della giornata, in un istante di quiete, in un attimo per me stessa, in una pagina letta o in un capitolo scritto. La cerco nelle piccole cose, quelle quotidiane che tendiamo sempre a dimenticare, sempre a sottovalutare, sempre a snobbare, ma quegli attimi, quegli istanti, sono la differenza che c’è tra una vita serena e una vita miserabile.


Come l’anno scorso non ho fatto progetti per evitare di uscirne delusa qualora non riuscissi a portarli a termine; anche quest’anno voglio godermi la vita, attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, pensando al presente con un occhio sul futuro ma solo per sognare a occhi aperti che, secondo me, non sogniamo mai abbastanza; da quando abbiamo perso l’incanto dei bambini, quella cosa che per comodità chiamerò “effetto wow” dove ogni cosa ti stupisce, ogni cosa ti riempie gli occhi di meraviglia, sognare è diventato quasi superfluo. Non deve più esserlo.

Nonostante non faccia progetti limitanti e limitativi ho deciso comunque di impegnarmi in una missione, chiamiamolo fioretto, io lo reputo più un cambiamento ponderato del mio modo di interfacciarmi con le persone e con la vita.

Sono sempre stata una donna accondiscendente, spesso forse rinunciando a me stessa per gli altri, spesso mordendomi la lingua talmente tanto forte da farla sanguinare e in cambio ho solo ricevuto delle porte sbattute in faccia con così tanta forza che mi hanno stordita.

Sarà che ormai sono adulta, ho quasi trentotto anni, mi sento bene con me stessa, come non mi sono mai sentita in vita mia, mi sento come se finalmente avessi raggiunto una quadra della mia esistenza, come se avessi trovato il mio posto nel mondo, perciò ho deciso di cambiare atteggiamento nei confronti delle persone che tendono a non ascoltare, a non capire quando uno scambio di idee è forse più importante della decisione in sé per sé, impegnandomi a dire sempre come la penso, curandomi dei sentimenti altrui certo, ma dando più importanza ai miei.

Voglio provare a essere me stessa al cento per cento e, se una cosa non mi sta bene, far sentire la mia voce senza chiudermi, senza che le persone possano chiudermi le porte in faccia, senza più farmi venire mal di stomaco per il nervoso per le cose che non vanno e per le persone che non ascoltano. Insomma, basta piedi in testa, da oggi sono io e per me sono sempre la persona più importante del mondo, perciò farò sentire la mia voce, a costo di ripetermi, a costo di urlare, a costo di puntare i piedi perché, se essere ignorati fa male, stare zitti e ingoiare le parole lo fa di più.


Concludo come ogni anno facendovi gli auguri per una felice fine e per un meraviglioso anno nuovo, ricco di tutto ciò che desideriate e, come sempre, auguro a tutti voi il doppio di ciò che voi augurate a me.

 

Un abbraccio,

Aurora

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