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Livore di Patricia Cornwell

  • Writer: Aurora Monteforte
    Aurora Monteforte
  • Jan 16, 2023
  • 4 min read

Ciao a tutti e buon anno (sì, in ritardo, ma vale lo stesso, no?)!

Ci ho messo un po’ a metabolizzare la cosa ma ora sono pronta a fare la recensione di “Livore” di Patricia Cornwell, edito in Italia da Mondadori.


Devo fare una premessa: la serie di Kay Scarpetta di Patricia Cornwell (che conta ben venticinque romanzi) è – attualmente – la serie crime che preferisco in assoluto perciò, per me, fare questa recensione è davvero doloroso.


Un breve excursus sulla trama: un processo per omicidio di grande rilevanza mediatica vede Kay Scarpetta come testimone chiave in quanto esperta e la sua testimonianza non fa altro che alimentare la rabbia di una delle parti in causa che scatena una serie di proteste in giro per la città. Proprio durante il processo la sorella del giudice Chilton – amica storica di Kay – viene uccisa. L’apparenza sembra avvalorare la tesi della violazione di domicilio finita male ma – terrificanti e scabrosi particolari – aprono la strada a una tesi che dipinge un quadro ben peggiore di quello atteso.


Lo scrivo con immensa tristezza: non mi è piaciuto.

Mi ha lasciata totalmente insoddisfatta.

Più volte mi sono detta “smettila di leggerlo” o “chiudi questo libro e passa ad altro”. Se ho terminato la lettura, con estrema fatica, è solo perché il libro è di Patricia Cornwell ed è della serie di Kay Scarpetta.


Piccola nota: per un romanzo edito da Mondadori ci si aspetta una certa cura, a partire dalla traduzione per finire con la correzione di quest’ultima. Invece ho trovato un romanzo raffazzonato, dove si è persa la vera essenza dei personaggi (complice forse anche la storia stessa, ma di questo ne parlerò dopo), refusi di battitura ed errori evitabili.


Entriamo nel vivo della questione parlando proprio della storia in sé.


La storia è noiosa, per niente coinvolgente, quasi sembra non essere stata scritta da Patricia Cornwell. I personaggi – che sono sempre stati il punto forte dei romanzi della Cornwell – sono diventati una serie di marionette che si muovono su uno sfondo descritto in modo ripetitivo.

Non c’è più lavoro di indagine; non c’è più lavoro di intuizione. Ora ci sono decaloghi interi sulla tecnologia più futuristica che possiamo immaginare e una buona dose di fortuna. Sì, non ho sbagliato, fortuna. Come si imbattono nell’assassino di turno? Per mera fortuna.

Kay Scarpetta è un’anatomopatologa e, come in ogni suo romanzo, ci aspettiamo un’autopsia che aiuti a risolvere il caso, con dettagli che, uniti al puzzle generale, facciano individuare il killer. Beh, l’autopsia viene effettuata ma in modo sbrigativo senza alcuna vera ricerca ne scoperta, verso la fine del romanzo (se non avesse fatto l’autopsia sarebbero arrivati alle stesse conclusioni). Sono 312 pagine e se le indagini sul corpo vengono effettuate a circa 100 pagine dalla fine del romanzo è grasso che cola.

Kay è diventata una macchietta; Pete Marino, che dovrebbe essere il nerboruto braccio destro, poco colto ma molto intuitivo, si è trasformato in un professore/cagnolino. Nel romanzo precedente avevano anticipato una problematica non sottovalutabile di Lucy (aveva creato una sorta di intelligenza artificiale che sembrava essere stata prodotta per sostituire la compagna, morta di Covid insieme al figlio) ma in “Livore” questa storia è stata dimenticata.

Mi mancano i vecchi personaggi, quelli che erano diventati miei amici, quelli che ero abituata a ritrovare ogni volta che aprivo un nuovo romanzo della serie.

Nelle storie di Patricia Cornwell ci sono sempre stati, come sotto-trama, i giochi di potere e in questo non ci delude se non fosse che questi intrighi si trasformano in dispetti post-adolescenziali e che alla fine si risolvono, quasi misteriosamente, con il licenziamento sia della sua segretaria sia del suo capo.

Pagine e pagine di descrizioni futili che hanno rubato la scena alla vera indagine che è concentrata in pochissime righe e che lascia il lettore desideroso di capire, di vedere i movimenti delle rotelle dei protagonisti, di realizzare come si è arrivata alla fine. Nessun colpo di scena, nessun brivido, nessun cliffhanger, niente.

Non ho provato nulla nel leggere questo romanzo e ne sono tristemente rammaricata soprattutto perché, da fan, mi aspettavo di ritrovare la Patricia Cornwell che ho amato da subito, a partire da “Postmortem”, ed è stato un amore che è cresciuto nel tempo dove, più andavo avanti, più mi affezionavo ai personaggi, alle storie, alle trame, alle sotto-trame, a ogni sfaccettatura di quella vita che era tridimensionale e che ora si è trasformata in una stasi bidimensionale dove non c’è più carattere ne vivacità.


Leggerò i prossimi libri, certo, con la speranza di ritrovare i miei vecchi amici ma questo mi ha completamente delusa.


Alla prossima recensione,

Aurora

 

Titolo: "Livore";

Autore: Patricia Cornwell;

Editore: Mondadori;

Prezzo edizione cartacea: 22,50€;

Prezzo edizione ebook: 11,99€;

Trama: Kay Scarpetta, l'anatomopatologa più famosa al mondo, si trova a essere la riluttante testimone chiave di un processo per omicidio di grande risonanza mediatica: quasi un anno prima, il cadavere di April Tupelo, ex reginetta di bellezza, era stato ritrovato orrendamente sfigurato su una spiaggia della Virginia. Viene accusato del suo omicidio Gilbert Hooke, il fidanzato. Il processo, presieduto dalla giudice Annie Chilton, vecchia amica di Kay, provoca reazioni contrastanti e il caos nella Old Town di Alexandria, e la testimonianza di Scarpetta getta ulteriore benzina sul fuoco, con il rischio che si sviluppino violente proteste. Nel corso del processo avviene un fatto terribile e inquietante: la sorella della giudice Chilton viene trovata morta. A prima vista sembra una violazione di domicilio finita male, ma allora perché non è stato rubato nulla e perché il giardino è disseminato di piante e di insetti morti? Anche se non c'è una causa apparente del decesso, Scarpetta riconosce i segni rivelatori dell'impensabile e capisce che il peggio deve ancora venire. La patologa forense si trova dunque a combattere contro una forza potente che la riporta al passato, mentre il tempo a sua disposizione per catturare l'assassino sta per scadere.

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